2014, l’anno che verrà

L’anno che se ne va, siamo agli sgoccioli, domani il 2013 ci lascia, chiude porte e balconi ed apre la porta al 2014
Son qua, in questa bella sala, in questo posto di cui frequentavo, saltuariamente, la terrazza sul canal grande, in primavera e scrivo una breve nota di fine anno
Avevo promesso il discorso, come napo orso capo, lo so.

Ma il mio è meno istituzionale, molto più banale, tanto ci vuol poco, direte

Allora comincio dalle cose antipatiche: son delusa dalla politica, che pur sempre amerò
Ma mi manca la figura di riferimento, che in realtà c’è, ma non sta nella stanza dei bottoni, sta nel retrobottega del pd, sta in magazzino, chissà se lo tireranno fuori per il periodo dei saldi, e dire che è un bel pezzo, una punta di diamante, ma forse troppo appuntito e troppo difficile
C’è un nuovo dirigente, nel pd, uno a cui pare piaccia divertirsi, e questo me lo ha pure reso quasi simpatico. Vediamo cosa saprà fare, vediamo se renderà il 2014 un anno meno faticoso per tutti, meno faticoso per l’economia, per la burocrazia, per la giustizia, per i giovani, o vecchi, i bambini
Scrivo a raffica, la musica mi fa pensare di esser a New York, mi distrae, mi fa pensare al
2014 come all’anno di qualche bel viaggio, non solo in terra sarda che quest’anno mi ha regalato un bellissimo weekend

La musica che porta lontano e mi fa pensare al cinema, nella speranza di veder altri bei film, specie italiani: il 2013 mi ha regalato un film straordinario, di una bellezza che non immaginavo, la grande bellezza, il film che ha riportato l’Italia con lo spread agli sgoccioli, in auge, come ai tempi dei veri paparazzi di via Veneto

Ma spero sarà, il 2014, un anno di cinema bello da tutto il mondo. Spero in un’altra bella edizione della mostra del cinema, con un direttore speciale, Alberto Barbera

Avevo detto che sarebbe stata una nota banale, quasi da gossip, ‘che male non fa

Saluto quindi il 2013, anno faticoso per tanti, per certi versi anche per me: mi aspettavo un anno difficile, invece ho avuto soddisfazioni al lavoro, nella vita privata, e anche in quella pubblica, ‘che non sono napo orso capo, ma sempre pubblica missionaria sono:-)

Vorrei che cambiasse qualcosa: vorrei poter dire ogni giorno “oggi va bene”
Ecco, questo chiedo al nuovo anno
Saluto così il 2013, brindo in anteprima con succo d’arancio
Poi, domani, a nanna presto

Salute, felicità e amore

La vita dura un attimo. Apprezziamola.
Buon anno!

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di ortyz

Di nuovo natale

Ancora, un altro
Pareva ieri che ci si scambiavano gli auguri per il natale 2012 e per il mancato -sfigato- malaugurio del re dei maya che -ai tempi- deve aver sortito la predizione dopo una sniffata di coca mista e coralli

E siamo ancora qua, un anno volato, come nei film, facendo scorrere il ffw, abbiamo passato -almeno io- molto di questo tempo qua, su questa piazza dove ci si scambiano idee, si parla di politica, di musica, di cinema
Siete i miei amici per caso, pochi son quelli che conosco da sempre che vedo e sento in altri modi: questi social net son straordinari perché permettono di conoscere persone che, altrimenti, non si incrocerebbero mai
Allora, alla banda di amici per caso -come amo chiamarla io- gli auguri di buon natale, a chi ci crede, a chi solo ne approfitta per veder la famiglia, a chi per ricever regali, a chi per viaggiare, a chi per andar a cine.
Auguri di felicità, semplici, senza le piroette, tanto le cose false si riconoscono subito

Ora mi aspetta un grembiule di masterchef, vado ai fornelli: solo stasera, gli ospiti di domani son stati abbattuti dall’influenza e io dovrò lavare meno piatti:-)

Allora auguri, siate felici, è meno faticoso che esser ingrugnati ed incazzati, a natale, si può
anche se, in realtà, devo ricordarmi che ci son persone che, proprio in questi giorni, non riescono ad esser felici per uno o più motivi: perdite di affetti, di lavoro, salute che fa le bizze, problemi con i quali siamo, nostro malgrado, far i conti tutti, prima o poi.
e allora non rimane altro che farsi cullare dalla dolce ala della nostalgia (avevo letto una cosa sulla nostalgia, ma adesso il prezzemolo mi aspetta)

baci a tutti, tutti.

E sia, il 2014, un altro anno pieno di musica e cinema. E di buona politica!

Auguri!

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di ortyz

Solstizio d’inverno, avventure in pre senilità:)

Succede che al sabato io preferisco dormire un po’ di più, anche se vado a far spese verso le 11 non mi dispiace poi tanto, anzi: incontro amici, faccio due chiacchiere, un po’ di vita sociale diversa dal resto della settimana
Ma stamattina, primo giorno d’inverno, no, decido di andar presto: ci sarà troppa gente al mercato, meglio arrivar alle nove.
esco col mio carrello, manca l’estintore, ma c’ho tutto, dalla crema protettiva, all’aspirina, alla coca cola, ai fazzoletti, all’ombrello.
Mi siedo nel vaporo vuoto, metto cuffiette e controllo il phone, sia mai che qualcuno chiami ma trovo da chiacchierare e metto telefono nelle tasche del carrello.

Arrivo a rialto e mi precipito al mio banco del pesce preferito,

Faccio la spesa, mai fatto spese così presto io, era pure sorpreso chi mi ha servita.
Apro carrello per prender la borsa e pagare: non c’era, la borsa non c’era:(
Ero così presa dal sistemare il necessario per la sopravvivenza del carrello che ho lasciato la borsa sul pianoforte

Sicchè ora sto di nuovo in vaporo, lo stesso che prendo quasi ogni sabato per tornar a rialto, ‘che a pagar c’è sempre tempo, vero, ma meglio non lasciar debiti

Buon solstizio d’inverno, nel frattempo io mi prenoto una visita geriatrica, non si sa mai..:-)

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di ortyz

Si cambia

Lo so, lo so, si può anche cambiare

Era il 1976, prima superiore, istituto tecnico, me ne fregava una mazza di diventar ragioniera, ma chissà perché finii li
Iniziava il periodo delle contestazioni, a 15 anni si ha voglia di trasgredire, e che c’è di meglio se non frequentare gli alternativi? Andare nei locali occupati dai “grandi”?
Si chiamava “do farai” il primo centro sociale dove ho messo piede, c’erano i leader della rivolta, quelli che organizzavano gli scioperi: mi sentivo grande!
Qualche altra ragazza come me, con cui ho fatto amicizia, ma quelli non ci guardavano manco di striscio
E si passavano i pomeriggi li, qualcuno fumava canne, e il ho iniziato ad odiarle, quelle canne

Poi ci furono altri posti occupati, ma sgombrati sempre subito poco dopo
Ma far l’alternativa mi piaceva e allora su e giù, con questi che proprio non sapevano della nostra esistenza, eravamo le sbarbi e non all’altezza dei boss

La svolta fu la radio: aprirono una radio privata vicino a casa e mollai la causa, gli anni di piombo erano troppo pensanti per una come me, che non amava molto le armi, e le droghe -un paio di questi ora riposano in pace al campo santo, fulminati da overdose

Certo che le idee non cambiano, i principi rimangono: la giustizia, le dignità sul lavoro, nella vita e nella famiglia, ma cambia altro

Io sono cambiata, tanto
Me ne son resa conto stasera:
Son andata al centro sociale, l’unico che sta a Venezia, ci passo davanti quasi tutti i giorni ma non ci son mai entrata
Oggi però c’era un incontro con uno scrittore che amo molto leggere, uno che porto con me in vacanza, lo porto attraverso i suoi libri, è uno che ama la Sardegna quanto la amo io: insomma, io dovevo vederlo.

Son entrata nel locale: le luci erano quelle dei vecchi bar, c’era musica -e io amo la musica- caraibica, ma quella proprio no, non mi va
I poster del che, come una volta, come nel 76, come una volta
Che ci facevo io la?
Un disagio pazzesco, io son cambiata
Non è più il mio mondo, nonostante non ci sia niente di male, nei centri sociali
Adesso mi piacciono i posti così, come quelli in cui son venuta a cercar rifugio ora
Questo divano con tessuti damascati, le candele, il jazz soffuso, gli americani del divanetto accanto che parlano dell’architettura di Chicago
Mi son calata bene nel ruolo di finta ricca, pur mantenendo la dignità di lavoratrice povera

Ma si cambia: non vado più in discoteca e amo i quartetti d’archi
Non vado più nei centri sociali e vado negli hotel dei ricchi

Vado in alberghi di lusso ma amo la dighetta spartana del lido
Si cambia, è normale cambiare
Al posto del locale col Che in poster, il bar con un muro di specchi che riflettono le luci soffuse e il riflesso del canal grande
Il succo d’arancio e loro, gli americani ricchi che parlano delle loro cose
E io che scrivo di un pomeriggio che ho atteso da tempo, e che ha avuto una svolta del tutto inaspettata
Lo scrittore è stato cordiale e io una cretina
“Vado, ho da fare a casa”
Eh, scavare una buca e sprofondarci era l’unica via di fuga
Poi ho pensato fosse logico venir qua, in questo luogo che mi appartiene a metà, solo perché ci sto bene
Perché son rilassata, perché mi sento a mio agio

Son finiti i tempi in cui facevo l’alternativa. Adesso son una signora di mezza età che cerca solo comfort per compensare le fatiche della giornata
Lontano dalle vecchie abitudini
E mica mi dispiace. No, non mi dispiace.

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di ortyz

Renzi ed io

Non so, non ho mai
Amato Renzi, troppo presuntuoso, diverso da grillo, che invece é un pazzo, livoroso, cattivo.

Rivedo i risultati di ieri, dell’elezione a segretario pd, mi fa pensare quante persone, ex pci, hanno desiderato questo cambiamento

Persone che hanno partecipato alla vita del pci, che hanno fatto parte di direttivi e altro

Capisco che ci sia voglia di cambiamento, io non amo abbandonare l’idea della sinistra ma, come scrivevo tempo fa, forse Marx andava bene ai tempi della locomotiva, i tempi cambiano.
Ma vorrei poter esser di sinistra, senza evocare apparati, dirigenti, direttivi, correnti
La persona che più mi faceva sentire così, e mi fa sentire di sinistra, senza esser legata troppo al
Passato, è Fabrizio barca, uomo che in molti continuano ad immaginare legato al sottile, oramai, filo rosso del passato
Invece la sua memoria politica, tanto criticata e mal capita è moderna, con sguardo al futuro senza però abbandonare l’idea dell’esser di sinistra, è diverso da Renzi, che vede la sinistra più in chiave liberista -più nord europea

Renzi non è il mio ideale perché pesca ovunque, piace a tanti
Anche a chi non ha mai amato
“L’apparato”

Ma questo è ciò di cui ha bisogno questo paese: in un mondo globalizzato anche la sinistra deve forse esser globalizzata?

Devo osservare e capire
Alla fine un 40enne mica è un bambino

O forse si?

Bon, ho scritto la sciocchezza del dopo cena
Adesso Nashville

Buona notte

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di ortyz

Lv: francesi? Puah!

Nel giorno dell’immacolata, delle primarie per l’elezione del segretario del pd, riapro le pagine del blog per scrivere, ancora una volta, della mia amata, controversa città

Qualcuno ha scritto un articolo, mi hanno inviato il link, io il fatto quotidiano non lo prendo;
La giornalista, che non credo sia veneziana , descriveva un pomeriggio nello spazio eventi del mall di luis vuitton, a Venezia

Ora vanno di moda questi mega negozi griffati
Io vidi il bellissimo mega negozio di Armani a Milano, anni fa
Ma io amo Armani, adoro le sue cose, lui non odia le donne e le veste da donne e non da sciacquette e non potrei mai parlarne male

Invece sorge spontaneo il post maligno contro gli eredi della buon’anima luis, che forse non sarebbe nemmeno stato molto d’accordo con le relazioni esterne della sua couture (si dice così? Qua ci vorrebbe la lady della moda, amica Roberta filippini!)

La Maison francese contribuisce a restauro ed altro nella bella Venezia, s’impossessa dell’ex palazzo che ospitava una libreria fatta appositamente sloggiare per aprire, appunto, questo punto vendita che -ci passo davanti spesso- è sempre vuoto: si confondono i commessi con i manichini, si vedono borse, borsoni, abiti così così, niente di speciale, diciamolo

Per completar l’opera leggo, sempre in questo articolo, la maison affida a due francesi, certi duboy & duboy, la cura e stesura di una guida su Venezia, con tanto di commenti poco gentili verso i residenti della città che ospita la ditta francese famosa in tutto il mondo

Ora: abito a Venezia da un bel po’ di anni, pellicce non ne vedo da almeno una ventina, gli husky credevo fossero cani da slitta, e l’unico ad indossare il loden in città è un certo massimo cacciari, che insieme al loden indossa pure le tarme che accompagnano il suo cappotto:-)

E leggo, sempre in questo articolo, sproloqui su un improbabile cattivo uso della lingua inglese sempre da parte nostra, di noi indigeni
Detto da due franScesi pare quasi un parodosso, i francesi sono gli unici al mondo a chiamar il computer : le calcolator

Vado avanti?
No, sennò rischio di diventare cafona, come loro ci descrivono

Signor jacob, capo della maison, fa una bella roba: ritira quella guida, impacchetta le tue valige simbolo di finta ricchezza ostentata -Blue jasmine insegna- e tornatene a Parigi
La si, siete gentili ed educati
Preferisco i miei concittadini buzzurri, poco eleganti ma puliti, con il pane incartato e meno puzza sotto il naso

Tornatene a Parigi, su!
Ah: buon natale!

(Un borsa così non la userei nemmeno per metterci la spesa)

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Ah, l’articolo, e grazie alla giornalista che ha reso pubblico questo savoir faire -si scrive così??- francese, grazie a yamina!

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/12/07/venezia-gli-abitanti-secondo-louis-vuitton-compiaciuti-di-se-e-un-tantino-cafoni/804320/

di ortyz